ANGET

Associazione Nazionale Genieri e Trasmettitori - Sezione di Milano



100 anni dalla morte della


MOVM STen Genio Paolo Ferrario
1883-1916

cui è intitolata la nostra Sezione ANGET di Milano

Nel 1976 i due comuni di Vanzago (MI) ed Arsiero (VI) si sono gemellati a 60 anni dal sacrificio del STen. MOVM Paolo Ferrario

Nei giorni
6 e 7 Maggio 2016 Commemorazione organizzata dalla Fondazione Ferrario e dal Comune di Vanzago (MI) che ospita Delegazione
Comune di Arsiero (VI)
nel Centenario della morte della MOVM STen genio Paolo Ferrario 1883-1916, cui la nostra Sezione è dedicata.

La Sezione ANGET di Milano ha partecipato ai momenti più significativi delle due giornate (il sabato alla Conferenza sull'Arma del Genio in trincea
nella grande guerra , la domenica ,insieme ai labari e delle associazioni d'Arma dei due comuni gemellati,
schierata con la bandiera alla S.Messa ,
alla sfilata, alla deposizione della corona alla tomba di famiglia e ai caduti al cimitero e alla mostra dedicata a Paolo Ferrario nel salone di Palazzo
Calderara.




Mosta della Fondazione Ferrario

per i 100 anni dalla morte
di Paolo Ferrario






Nel giorni 21 e 22 Maggio 2016 Commemorazione organizzata dal Comune di Arsiero (VI) che ospita Delegazione
Comune di Vanzago (MI)
nel Centenario della morte della MOVM STen genio Paolo Ferrario 1883-1916, cui la nostra Sezione è dedicata.

Sollecitiamo i Soci Anget a comunicare al più presto la disponibilità a garantire una rappresentanza alla cerimonia con la Bandiera della nostra sezione.

FERRARIO PAOLO, da Vanzago (Milano), Sottotenente addetto Comando Genio 2° reggimento genio zappatori della 35a divisione.

 

Data del conferimento: 19.8.1921 R.D. alla memoria.

Motivo del conferimento: Ingegnere valente e soldato entusiasta, fra i disagi di un inverno di montagna, con competenza e coraggio eccezionali attendeva ad ardite ricognizioni ed a proficui lavori di rafforzamento delle nostre primissime linee. Per eseguire il rilievo topografico di una parete rocciosa, attraverso la quale avrebbero dovuto sboccare le cannoniere di alcune caverne in costruzione, si faceva calare dall’alto con una fune, e di pieno giorno, sospeso nel vuoto, compiva il suo lavoro sotto il tiro aggiustato delle artiglierie nemiche.
Scatenatasi un’offensiva avversaria, divenuto fante fra i fanti, partecipava volontariamente ad una battaglia
durata quattro giorni, eseguendo ricognizioni fuori delle nostre linee, assicurando i collegamenti ed il rifornimento delle munizioni, in un terreno intensamente battuto dalle artiglierie e già percorso da infiltrazioni nemiche. Avvenuto il ripiegamento delle nostre truppe, rimase con pochi gregari all’estrema retroguardia per distruggere un forte, nella quale operazione, avendo voluto personalmente accertarsi dell’efficacia delle mine, venne travolto ed ucciso dall’ultima di queste.
Altipiano di Tonezza - Forte di Compomolon, 15 marzo - 19 maggio 1916

 

Verso la fine dell'inverno, dopo la sconfitta dell'esercito serbo, che aveva reso disponibili le truppe prima impegnate nei Balcani, il Comando Supremo austro-ungarico

concentrò nel Trentino meridionale un intero gruppo d'esercito, comandato dall'arciduca Eugenio d'Asburgo e composto di due armate, l'11ª e la 3ª, in preparazione di

un'offensiva contro il fronte italiano nel settore degli altipiani. Base di partenza di questa offensiva di primavera del 1916, conosciuta comunemente come "Strafexpedition",

era l'altopiano di Folgaria, dove le truppe potevano essere ammassate senza rischi nelle immediate retrovie del fronte, protetto dai forti corazzati che non avevano perso la

loro efficienza. Il piano originario di questa offensiva prevedeva che l'11ª armata, composta di otto divisioni, fosse impiegata per l'attacco lungo la direttrice della Val d'Astico,

e che la 3ª, con quattro divisioni e tre brigate autonome, restasse di rincalzo; ma durante la fase preparatoria il piano fu modificato, allargando il fronte d'attacco anche

sull'altopiano di Asiago e impiegando per questo la 3ª armata. Il compito di sfondare il fronte italiano era stato affidato al XX corpo d'armata, composto di reggimenti sceltissimi

e comandato dall'arciduca ereditario Carlo d'Asburgo, che, secondo i piani del Comando Supremo austro-ungarico, il 10 giugno avrebbe dovuto ricevere il bastone di

Feldmarschall nella basilica di Monte Berico, per commemorare in tal modo l'anniversario della vittoria ottenuta nel 1848 su quell'altura dalle truppe del feldmaresciallo

Radetzky, che aveva potuto così riconquistare Vicenza difesa dagli insorti. I preparativi nemici non erano passati inosservati al Servizio Informazioni italiano; ma il generale

Cadorna, Capo di Stato Maggiore, era convinto che questa fosse solo un'operazione diversiva, avente lo scopo di richiamare truppe italiane dal fronte dell'Isonzo, dove il

13 marzo era iniziata la 5ª battaglia. Nei primi giorni di maggio, quando la minaccia si rivelò in tutta la sua gravità, furono scavate trincee anche nella piana tra Arsiero e

Velo d'Astico, per contenere un eventuale sfondamento del fronte montano. L'attacco delle fanterie nemiche partì dal caposaldo del Durer alle ore undici del 15 maggio

1916, preceduto da un intenso fuoco d'artiglieria iniziato nel pomeriggio precedente e intensificato alle sei del mattino. Il primo reparto impiegato fu il 1º reggimento

Kaiserjager, che si diresse verso Malga Pioverna e Costa d'Agra, difese dalla brigata Ancona.    Nel settore occidentale, il giorno seguente (16 maggio) le truppe austro-

ungariche occuparono il Passo della Borcola, abbandonato dagli italiani dopo aver fatto saltare i due obici da 280 mm piazzati sul Soio del Lovo. Il 17 conquistarono il

Monte Maggio e il giorno dopo anche il Coston d'Arsiero. Alle due del pomeriggio dello stesso giorno (18 maggio), la popolazione civile delle vallate e dell'altopiano di

Tonezza ricevette l'ordine di abbandonare entro due ore le proprie case e di trasferirsi nella pianura. Il 19 maggio le truppe nemiche occuparono il forte Campomolon e

catturarono i quattro obici da 280 mm piazzati nelle vicinanze, che gli italiani avevano abbandonato dopo aver smontato gli otturatori. Prima di ritirarsi dal forte, i nostri

genieri avevano fattosaltare le installazioni con cariche esplosive, e per lo scoppio ritardato di una mina morì il sottotenente Paolo Ferrario, decorato di medaglia d'oro.

 

Motivazione della Medaglia d'Oro: "Ingegnere valente, soldato entusiasta, fra i disagi di un inverno di montagna, con competenza e coraggio eccezionali, attendeva a ardite ricognizioni ed a proficui lavori delle nostre prime linee. Per eseguire il rilievo topografico di una parete rocciosa, attraverso la quale avrebbero dovuto sboccare le cannoniere in alcune caverne in costruzione, si faceva calare dall'alto in pieno giorno con una fune, sospeso nel vuoto, compiva il suo lavoro sotto il tiro delle artiglierie nemiche. Scatenatasi l'0ffensiva avversaria, divenuto fante fra i fanti partecipava volontariamente a una battaglia durata 4 giorni, eseguendo ricognizioni fuori dalle nostre linee e assicurando il rifornimento delle munizioni in un terreno già percorso da infiltrazioni nemiche. Avvenuto il ripiegamento per distruggere il forte, rimase con pochi gregari all'estrema retroguardia nella quale operazione avendo voluto accertarsi personalmente dell'efficacia delle mine e del mancato istantaneo funzionamento venne travolto e ucciso dallo scoppio di queste"

Altopiano di Tonezza - Forte di Campomolon 15 Marzo - 19 Maggio 1916

 

FERRARIO PAOLO

Sottotenente

Sottotenente 2° reggimento genio zappatori della 35a divisione luogo di nascita: Vanzago (MI) Data del conferimento: 19- 8- 1921 R.D. alla memoria. Motivo del conferimento: Ingegnere valente e soldato entusiasta, fra i disagi di un inverno di montagna, con competenza e coraggio eccezionali attendeva ad ardite ricognizioni ed a proficui lavori di afforzamento delle nostre primissime linee. Per eseguire il rilievo topografico di una parete rocciosa, attraverso la quale avrebbero dovuto sboccare le cannoniere di alcune caverne in costruzione, si faceva calare dall’alto con una fune, e di pieno giorno, sospeso nel vuoto, compiva il suo lavoro sotto il tiro aggiustato delle artiglierie nemiche. Scatenatasi un’offensiva avversaria, divenuto fante fra i fanti, partecipava volontariamente ad una battaglia durata quattro giorni, eseguendo ricognizioni fuori delle nostre linee, assicurando i collegamenti ed il rifornimento delle munizioni, in un terreno intensamente battuto dalle artiglierie e già percorso da infiltrazioni nemiche. Avvenuto il ripiegamento delle nostre truppe, rimase con pochi gregari all’estrema retroguardia per distruggere un forte, nella quale operazione, avendo voluto personalmente accertarsi dell’efficacia delle mine, venne travolto ed ucciso dall’ultima di queste. Altipiano di Tonezza - Forte di Compomolon, 15 marzo - 19 maggio 1916.

 

Altipiano di tonezza, Forte di Campomolon

15 marzo, 19 maggio 1916

 


Riferimento al sito

                                     


Tonezza del Cimone/   Lapide a Paolo Ferrario

Motivazione della Medaglia d'Oro: "Ingegnere valente, soldato entusiasta, fra i disagi di un inverno di montagna, con competenza e coraggio eccezionali, attendeva a ardite ricognizioni ed a proficui lavori delle nostre prime linee. Per eseguire il rilievo topografico di una parete rocciosa, attraverso la quale avrebbero dovuto sboccare le cannoniere in alcune caverne in costruzione, si faceva calare dall'alto in pieno giorno con una fune, sospeso nel vuoto, compiva il suo lavoro sotto il tiro delle artiglierie nemiche. Scatenatasi l'0ffensiva avversaria, divenuto fante fra i fanti partecipava volontariamente a una battaglia durata 4 giorni, eseguendo ricognizioni fuori dalle nostre linee e assicurando il rifornimento delle munizioni in un terreno già percorso da infiltrazioni nemiche. Avvenuto il ripiegamento per distruggere il forte, rimase con pochi gregari all'estrema retroguardia nella quale operazione avendo voluto accertarsi personalmente dell'efficacia delle mine e del mancato istantaneo funzionamento venne travolto e ucciso dallo scoppio di queste"

Altopiano di Tonezza - Forte di Campomolon 15 Marzo - 19 Maggio 1916

        
  

PAOLO FERRARIO

sottotenente del Genio

Medaglia d’oro

___

Ingegnere valente e soldato entusiasta

sommo nell’ardimento

primo nei maggiori rischi

affrontò eroico la morte

per assicurare

alle nostre truppe la salvezza

all’Italia la vittoria.

Forte Campomolon 15-19 Maggio 1916

      
La Lapide è recentemente caduta, ci auguriamo venga riprestinata al più presto
     

A

Perenne Memoria

del

Ten. Paolo Ferrario

Medaglia d'oro al Valor Militare

valente ingegnere

Nato a Vanzago (Mi) 30-8-1883

Morto a Campomolon di Arsiero

il 16 Maggio 1916






Aggiornamento in data 08/08/2021 by IZ2TQY 

 

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